“Un venditore di acqua indiano aveva due secchi appesi alle opposte estremità di un lungo bastone che portava sulle spalle. Un secchio era integro e conservava tutta l’acqua, l’altro aveva una crepa e quando l’uomo arrivava a casa del suo padrone, dopo avere coperto una lunga distanza dal fiume, aveva solo metà dell’acqua.
Per due anni andò avanti così. Il secchio senza crepa era molto orgoglioso del suo lavoro: faceva quello che era chiamato a fare. Ma il povero secchio crepato si vergognava della propria imperfezione ed era molto triste: poteva svolgere solo metà del suo compito.
Trascorsi due anni, il secchio crepato disse all’acquaiolo: “Mi vergogno di me e vorrei chiederti scusa”. “Perchè?”, chiese l’acquaiolo. “Perchè a causa della mia crepa , porti solo metà dell’acqua e quindi guadagni la metà”.
L’uomo provò pietà per il secchio e gli disse: “Quando torneremo indietro, guarda gli splendidi fiori che crescono lungo la strada”.
Un lato della strada era effettivamente coperto di magnifici fiori, ma il secchio continuava a essere in pena perchè portava solo metà del suo carico.
“Ti sei accorto che i fiori crescono solo dalla tua parte?” gli disse l’acquaiolo. “Sapevo che eri crepato e ho deciso di mettere a frutto la tua imperfezione. Ho seminato tutto quel ciglio della strada e tutti i giorni tu l’hai annaffiato. Così ho potuto raccogliere fiori bellissimi per ornare l’altare del mio maestro”.
Quanto mi piace questa storia, mi è tornata in mente oggi mentre bevevo una tazza di tè che ho acquistato pochi giorni fa al mercatino di Natale.. si chiama tè Lapsang souchong. Sapore affumicato, gusto deciso. Vado a curiosare in internet e scopro che si tratta di una varietà di tè nero cinese, fatto ossidare e poi affumicato con fuoco di pino o cedro. Che dire.. non me ne vogliano gli estimatori di questa bevanda, ma non era esattamente quello che avevo in mente acquistandolo.. non da bere così, la mattina, ecco.. il sapore affumicato mi ricorda quasi un sentore animale.. di ‘pancetta’.. O_0
Poi però scopro che si può usare anche in cucina; sbirciando in rete infatti mi ha colpito la ricetta di una carbonara vegetariana, che ho deciso di veganizzare, provando così un uso diverso di questo tè così particolare.
E così sì, l’ho apprezzato!
Risultato?
Da provare!
INGREDIENTI (per 2 persone)
-400 gr di pasta integrale , io ho usato gli spaghetti;
-1 bicchiere di latte di soia;
-1 cucchiaio di farina di ceci;
-1 cucchiaio raso di maizena;
-2 cucchiaini di tè lapsang souchong;
-1 cucchiaino di curcuma;
-mezza cipolla;
-pepe nero;
-sale:
Potete sperimentare due varianti, per un gusto più delicato, conviene preparare il tè lapsang souchong lasciandone in infusione 2 cucchiaini in un bicchiere d’acqua a 95° C per 10 minuti, prima di filtrare. Se invece volete un gusto più deciso potete aggiungere le foglioline di tè direttamente alla pastella fatta con il latte di soia e la farina di ceci. Io ho optato per la seconda.
Ho messo a bollire l’acqua per gli spaghetti e nel frattempo ho messo a dorare la cipolla tagliata a fettine sottili, aggiunto la pastella fatta con il latte di soia, la farina di ceci, la curcuma per colorare, un pizzico di sale e le foglioline di tè. Una volta scolati gli spaghetti integrali, li ho saltati in padella con il condimento, finchè si sono ben amalgamati.
Con una macinata di pepe generosa è la morte sua (e ho scoperto che facilita anche l’assorbimento della curcuma).. et voilà!
20 Comments
Daria
10 Dicembre 2013 at 20:39Bella la storia e ottima la carbonara… solo che adesso mi tocca cercare un posto in cui acquistare questo te di cui non conoscevo l’esistenza… 😉
labalenavolante
10 Dicembre 2013 at 20:44Ciao Daria! Ho scoperto che è un tè piuttosto venduto, una mia amica l’ha trovato in erboristeria.. io fino a 2 giorni fa ne ignoravo l’esistenza, ora voglio provarlo ovunque!!! Magari scopri che ti piace anche come bevanda, per me è davvero un po’ troppo forte 🙂 bacio
mariapia
11 Dicembre 2013 at 12:33Mi fa un po’ impressione il nome….carbonara. E’ la mia ricetta preferita, questa versione mi sembra ne usurpi il nome. ma provero’
labalenavolante
11 Dicembre 2013 at 17:50Ciao Pia! Hai ragione, in effetti può fare impressione il nome.. e ci sono parecchi dibattiti in merito.. penso all’arrosto di seitan, agli hamburgher di soia, alla mozzarella di riso.. inizialmente avevo pensato di chiamare questa ricetta ‘spaghetti alla pastella di farina di ceci e tè laspang affumicato’, poi però ho pensato che quello a cui più si avvicina di fatto è una ‘carbonara’ e per me è un modo anche per dimostrare che possiamo soddisfare il nostro palato senza che nessun essere vivente sia stato sacrificato o sfruttato. A prescindere dal nome, spero di riuscire con queste ricette a dire al mondo che mangiare senza crudeltà è facile e molto goloso 🙂 aspetto l’esito dell’esperimento!!! bacioni
Maura
11 Dicembre 2013 at 13:09Ciao Lucia, mi hai aperto un mondo, voglio proprio provare il lapsangh prima uso il maritino com cavia per la carbonara veg, poi lo provo in infuso!
L’idea della carbonara mi intriga ed è fantastica, anche se mi spaventa un po’ l’idea del sapore così deciso.
La storia dell’acquaiolo mi ha ricordato che devo riseminare un po’ di colorati semi di curiosità e procurarmi un secchio con una crepa, grazie!
labalenavolante
11 Dicembre 2013 at 17:26Ciao Maura, in effetti ha un gusto deciso, però il bello è che puoi modularlo a seconda dell’effetto che vuoi ottenere, per esempio aggiungendo o togliendo foglie di tè se lo vuoi bere così, oppure lasciandolo in infusione per alleggerire la nota affumicata prima di filtrarlo e metterlo nella carbonara ( è ottimo anche con il risotto al radicchio o per insaporire il tofu).. Io devo ammettere che mi sono abituata a sapori piuttosto delicati, la pancetta non la mangio da quattordici anni e anche quel gusto ormai è un lontano ricordo perchè poi le papille si abituano a ciò che abbiamo a disposizione (Madre Natura anche in questo ci ha perfettamente dotati per fare di necessità virtù). Mi piace molto l’idea di un tè come possibile sostituto al seitan, che di solito uso nella carbonara vegan, così è possibile proporlo anche ad amici intolleranti al glutine 🙂 e sì, andiamo per le strade del mondo a piantare semi di curiosità, che bella cosa che hai scritto! un bacione
MARI
11 Dicembre 2013 at 14:27Bè geniale!!
Invece di affumicare gli spaghetti, hai usato il tè che sa di affumicato!
Fantastico e decisamente più salutare!!!
Bravissima!
PS: volevo tanto salutarti e augurarti innanzitutto un buon viaggio e poi buonissime feste in un paese meraviglioso! Ci risentiamo quando rientri! Un abbraccio! MARI :-*
labalenavolante
11 Dicembre 2013 at 17:31Grazie Mari!!!
Senz’altro appena rientro avremo tantissimo da raccontarci :-)))
Riguardo a questo tè è anche una soluzione piuttosto economica rispetto per esempio al seitan o scamorza di riso affumicata che si trovano in commercio. Ho speso 2 euro per mezzo etto di foglie di Lapsangh, e per fare questa ricetta ne occorrono appena 2 cucchiaini.. un risparmio notevole, che di questi tempi certo non guasta!!!
bacione!!
Maurizia Le Ricette del Pozzo Bianco
11 Dicembre 2013 at 15:57Grazie per essere passata nel mio blog….. anche perché ho potuto scoprire il tuo! Molto interessante, penso che potrò imparare molto. A presto
Maurizia
labalenavolante
11 Dicembre 2013 at 17:38Ciao Maurizia e benvenuta 🙂 è una grande gioia potersi scambiare idee e scoprire nuovi modi di interpretare ricette, la mia cucina è sempre in modalità aggiornamento.. anche ora che parto per un viaggio in India seguirò un corso di cucina in loco.. ne vedremo delle belle mi sa :-))) un bacione a presto!
alicegrandi
11 Dicembre 2013 at 23:08Questo tè mi ispira moltissimo, così come il piatto…non appena lo troverò, sperimenterò!
La storia mi ha colpita tantissimo, proprio perché in questo periodo della mia vita mi sento proprio come il secchio crepato…spero più avanti di vedere anch’io nascere dei fiori 😉
labalenavolante
12 Dicembre 2013 at 8:55Ciao Alice, sarà senz’altro così!!! Ma com’è che noi donnine ci sentiamo quasi tutte dei secchi rotti?! Leggendo i vari commenti vedo proprio che è un sentimento condiviso!! Un mio proposito per il prossimo anno è riuscire a lodarmi di più!!! Soprattutto nei momenti in cui guardo alla crepa più che ai fiori.. un bacione dall’etere!!
ilpettirossointollerante
12 Dicembre 2013 at 9:50Ciao Lucia! La storia è bellissima, nenche a dirlo, e la ricetta mi incuriosisce moltissimo. Io ho provato a fare la “carbonara” con spaghetti, panna di soia, curcuma e tofu affumicato tagliato a pezzetti e saltato in padella come per la pancetta e devo dire che mi ha soddisfatto, però voglio provare con questo tè che non conosco proprio. Ti farò sapere. Un bacio grande da casa con la nebbia….
labalenavolante
12 Dicembre 2013 at 10:31mmh, sarà senz’altro buona la tua versione vedendo gli ingredienti e immaginando la Cura che saprai mettere 🙂 Io in genere la facevo con dei tocchetti di seitan affumicato (lo vendono in stick da Naturasì) e la pastella fatta con la farina di ceci, che mi richiama molto l’uovo, anche nelle frittate vegan (far-frittate).. questa versione col tè la trovo molto veloce e più semplice rispetto a tutte le versioni che ho provato fin qui! Oltretutto puoi sbizzarrirti a usarlo per dare un sapore affumicato anche al tofu naturale, al risotto integrale.. e con una modica spesa (ho scoperto che è un tè venduto anche comunemente sfuso nelle erboristerie) 🙂 un bacioneee
MariaTeresa
12 Dicembre 2013 at 16:09Ma sai che sei bravissima e hai delle presentazioni molto eleganti?
labalenavolante
12 Dicembre 2013 at 18:40ma grassie, detto da te è un gran complimento! la balena è diventata tutta rossa, sappilo.. (quando riceve un complimento così si fa timida lei!) un bacione
Pam - VerdeClorofilla
13 Dicembre 2013 at 8:15Bel blog qui : ) mooolto originale questa carbonara… io poi sono un amante del tè!
e sì,l’analogico regala sempre soddisfazioni ^-^
labalenavolante
13 Dicembre 2013 at 12:40Grazie! Anch’io adoro il tè, durante il giorn ne bevo a litrate.. questo però a essere onesta lo apprezzo di più in cucina.. A presto! bacioni
Costanza
13 Dicembre 2013 at 16:28ma quante cose imparo qui da te!! L’altro giorno le lasagne col pane carasu, (a proposito l’ho preso), ora questo tè , non sapevo manco che esistessero tè dal sapore affumicato, mi metterò a cercarlo perché quel non so che di affumicatura ci sta bene in tante ricette, in pratica è come avere il dado in polvere, ne aggiungi un pò e arricchisci il piatto! Fai buon viaggio!!
labalenavolante
14 Dicembre 2013 at 8:59Grazie Costanza! L’imparare è assolutamente reciproco 🙂 Sì, ho iniziato dalla carbonara, ma questo tè affumicato puoi provarlo per insaporire qualunque piatto lo richieda, modulandolo a tuo gusto! A me piace molto usato anche nei formaggi veg per esempio nel tofu! un bacione e grazie!!