Tartellette crudiste vegane

“Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
ne’ nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti – finalmente e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta; piu’ profumi inebrianti che puoi,
va in molte citta` egizie
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.”

Kostantin Kavafis

Potevo partire senza prima salutarvi come si deve?

Pensavate mica fossi sgattaiolata dalla porta sul retro senza almeno farvi gli auguri?!

Eh no, cari aficionados, se sono ancora qui, a lanciare messaggi nella  blogosfera,  da questa anticamera di viaggio, un limbo, con un piede qua e uno là, a New Dehli, è proprio per farvi gli auguri, dovunque voi siate, in qualunque modo festeggerete, e vale anche per gli anarchici sovversivi delle festività, quelli che il Natale si chiudono in casa e chi s’è visto s’è visto, tiè.. vi saluto e vi dò appuntamento a gennaio, e voglio farlo con parole che mi sono tanto care, quelle di Kostantin Kavafis. L’ho letta millemilavolte questa poesia, eppure riesce sempre a emozionarmi e scuotermi un po’, con la forza potentissima del messaggio che trasmette!!!

Che possa arrivare a tutti, e a ciascuno arrivi col suo perchè.

Per quanto mi riguarda, a prescindere dalla meta finale, mi auguro di godere di ogni centimetro percorso da qui al suo raggiungimento, portando in tasca i miei sogni come bussola, col coraggio di andare avanti un passo dopo l’altro, disposta a tracciare  io stessa una strada dove non ce ne sono.. Pioniera del mio futuro :)) Voglio continuare ogni giorno a fare quel passo, credere nel mio sogno, che poi è il desiderio di contribuire concretamente a salvaguardare il nostro meraviglioso Pianeta, senza cedere all’esercito del dubbio, della pigrizia, al demone dell’indifferenza.

Tempo fa ho visto una vignetta su un giornale in cui un tizio alza la mano e dice ‘La mia opinione non conta’, poi un altro ‘La mia opinione non conta’ e infine si vedono tantissime persone ‘La mia opinione..’. Ecco, questo mi ha fatto pensare ancora una volta a quanto le nostre scelte siano importanti, anche se a volte ci sembrano ininfluenti, piccolissimi gesti che finiscono in nulla.. E invece abbiamo davvero il potere di cambiare il mondo in cui viviamo! Siamo come isolette, che sul fondo sono tutte connesse tra  loro, come scriveva il poeta inglese John Donne, ‘nessun uomo è un isola’. Penso al ‘butterfly effect‘, quell’effetto che il battito d’ali di una farfalla può provocare dalla parte opposta dell’universo.. e penso a come sia fondamentale partire da sè, e altrettanto importante l’incoraggiamento di chi ci sta vicino. Come le anatre!

Sapete che quando un’anatra batte le ali, crea un innalzamento per quella che segue? E che volando in formazione a V l’intero stormo aggiunge il 71% in più di autonomia di volo rispetto ad un’anatra che vola da sola?

Le anatre in formazione starnazzano da dietro per incoraggiare quelle davanti a mantenere la velocità.

Osservando gli animali rimango sempre colpita dalla loro capacità di essere così incredibilmente a ritmo; c’è molto da imparare dalla lezione delle anatre! 🙂

Ora immaginatevi tutti a starnazzare.. dai, everybody!!!

Bene. Ricettina, please?

Ci attendono giorni di bagordi a ufo, così stavo pensando a una grassa grossa torta vegan di quelle belle pacchiane, quelle che fanno tanto ammerrigano, poi però presa dalla spinta a esplorare nuovi orizzonti (sarà stato Kavafis?!), mi sono avventurata sul terreno crudista. Che dire, non ho mezze misure buahahhahahah!!!

Perchè crudista? Oggi il crudismo è visto come una rivoluzione, un nuovo modo di concepire il cibo, se non addirittura ‘un estremismo’.. In realtà nella storia dell’uomo il fuoco e la cottura dei cibi sono una scoperta relativamente recente. Se oggi sentiamo sempre più spesso parlare di ‘raw food’ è perchè un cibo crudo è quanto di più affine a un’alimentazione sana e naturale.

La mia dieta non è certamente crudista, anche se, dopo aver letto alcuni libri e articoli sull’argomento, ultimamente sto cercando di introdurre sempre più cibi crudi, che non siano la solita macedonia o insalata. A questo proposito, per chi volesse approfondire, consiglio un libro che ho letto e recensito da poco e che mi ha chiarito diversi aspetti che non conoscevo, si chiama La dieta di Eva, scritto da Aida Vittoria Eltanin, e qui potete trovare la mia recensione.

L’esperimento mi ha lasciata molto soddisfatta (dopo qualche flop necessario a trovare il mio equilibrio tra gli ingredienti crudisti)!

Inizialmente, confesso, ero un po’ prevenuta.. forse perchè ero partita con l’idea della mega tortazza tutta panna e ghirigori, poi perchè ho studiato tantissime ricette di torte crudiste e hanno quasi tutte i datteri nella base, per amalgamare.. a me i datteri piacciono molto, ma ho un serio problema a maneggiarli.. (vedi Tutte le manie di Bob). Mi fanno impressione. Però però, non mi sono persa d’animo e ho trovato un modo altrettanto valido per creare una base golosa e bella compatta.

tartellette vegan crudisteINGREDIENTI (per una tartelletta)

(per la base)

-100 gr mandorle pelate;

-1 cucchiaio di olio grezzo di cocco;

-la buccia di mezzo limone biologico grattuggiato;

-1 pizzico di curcuma se volete colorare la base (eddaii!!!);

(per la mousse)

-mezzo avocado maturo;

-1 cucchiaino di succo di lime (o limone);

-1 cucchiaino di olio di cocco;

-2 datteri oppure 1 cucchiaio di sciroppo di agave crudo oppure 2 gocce di stevia per dolcificare;

(per la guarnizione)

-chicchi di melograno;

-granella di nocciole;

tartelletta vegan crudista balenavolanteHo lasciato le mandorle in acqua per circa 3 ore.

Una volta ammorbidite le ho sbriciolate col pestello (perché qua siamo in modalità Flinstones… se avete un robot, e ve lo invidio, vi agevolerà moltissimo nelle operazioni) e aggiunto un cucchiaio di olio grezzo di cocco, la scorza del limone grattugiato e un pizzico di curcuma per colorare.

Ho messo nello stampino e dato forma alla base, lavorandola con le dita.

Ho messo in frigo la base e nel mentre ho preparato la mousse, schiacciando mezzo avocado maturo e mischiandolo al succo di lime (o limone), all’agave (ma vanno bene anche datteri frullati, oppure stevia in gocce, oppure zucchero grezzo di cocco) e all’olio grezzo di cocco.

Ho estratto la base dal frigo, a questo punto si è fatta più soda, e ho messo dentro la muosse di avocado, livellandola.

tartellette vegan balenavolantePer finire ho guarnito con granella di nocciole e chicchi di melograno.

gnammmm!

Oltretutto, non so se anche voi l’avete sperimentato, i dolci crudisti danno un senso di sazietà di gran lunga maggiore rispetto ai dolci ‘tradizionali’.. leggendo a proposito ho scoperto recentemente che i cibi crudi effettivamente stimolano il nostro senso di sazietà molto di più rispetto a quelli cotti, spingendoci quindi a mangiare meno.

Uh, mi sa che tra poco ho un aereo da prendere.. starei qui ancora un po’ a parlare di tartellette e anatre in volo, ma è il momento di andare!!

Auguri a tutti,

possano TUTTI gli Esseri Viventi vivere Liberi e Felici <3

E ora, gli auguri pacchiani, per salutarvi a modo mio (pardon, durante il periodo delle feste mi esce la vena un po’ tamarra)

partiamo India