MANGIO ZERO WASTE

Cari aficionados, oggi torno a parlarvi di zero waste e di come è cambiata la nostra quotidianità in questi ultimi mesi, ovvero da quando ho condiviso con voi (ne ho parlato qui e qui) l’obbiettivo di ridurre i nostri rifiuti.
Davvero è possibile vivere senza produrre spazzatura? E senza andare al supermercato? Ed evitare qualunque tipo di oggetto monouso? E adesso che è arrivato un bimbo, come facciamo con i pannolini e compagnia bella?
Tutte domande che mi sono frullate in testa non poche volte, e per le quali col tempo ho trovato una risposta che sento totalmente mia. Molto spesso infatti la parola zero waste incute un po’ di timore… forse perché associata a un ideale di ‘perfezione’ irraggiungibile. Ora vi racconto di come abbia fatto i conti con questa definizione, mettendo da parte la paura, e di come lo zero waste sia entrato nella mia vita sotto forma di piccoli atti, quotidiani, di gentilezza.

Ovvero: cerco di fare del mio meglio, dove posso, senza sentirmi frustrata se non riesco ad abbattere del tutto la nostra produzione di rifiuti, ma apprezzando e valorizzando ogni mio/altrui sforzo in questo senso.

A questo proposito, per esempio, con l’arrivo di Giulio abbiamo optato per i pannolini lavabili, in cotone biologico, che effettivamente sono comodissimi e hanno un impatto ambientale minimo (per chi fosse interessato all’argomento, vi consiglio questo video della mia amica Juliette). Ma quando siamo in viaggio, o quando Giulio è dai nonni, abbiamo scelto di utilizzare dei pannolini biodegradabili e compostabili, che troviamo nel supermercato sotto casa. Abbiamo scelto questo tipo di compromesso perché è quello che si adatta meglio al nostro stile di vita.

Riguardo al supermercato,  l’idea di iniziare a fare la spesa senza metterci piede è venuta dopo aver realizzato con orrore che nel nostro carrello c’erano più imballaggi che cibo.
Abbiamo così iniziato ad allargare i nostri orizzonti oltre la catena dove eravamo soliti fare la spesa, e abbiamo iniziato a  esplorare i negozietti della zona, il mercato, le bancarelle della Coldiretti vicino a casa. Per molti prodotti non abbiamo trovato nessuna difficoltà: frutta, verdura, legumi secchi, cereali, semi… in questo caso è stato semplice rinunciare alla versione confezionata nella vaschetta di polistirolo o nel sacchetto in plastica usa e getta.
Durante le nostre ricerche di alternative zero waste, abbiamo fatto tante scoperte sorprendenti, di alternative sostenibili di cui ignoravamo l’esistenza, all’interno degli stessi negozi dove eravamo soliti fare la spesa in automatico. Una di queste scoperte è che il negozio dove abitualmente compriamo il mangiare per i nostri pelosi ha la possibilità di acquistare le crocchette e i biscotti per cani sfusi. In questo caso portiamo il nostro sacchetto da casa, e riutilizziamo sempre quello.

Per alcuni prodotti, però, abbiamo realizzato quanto non sia facile rinunciare al supermercato, a meno che non si ricorra all’autoproduzione. Mi riferisco a latte vegetale, biscotti, burger, sottaceti, scatolame vario.
Ecco, in questo caso cerchiamo di autoprodurre dove possibile, ma senza stress né sensi di colpa.
Qual è il vostro approccio a proposito?
Se vi interessa approfondire, vi consiglio questo post scritto da Sasha, che ha provato a vivere un intero mese senza supermercato e ha condiviso la sua esperienza, davvero ricca di spunti di riflessione! Sasha vive a Genova proprio come noi, anche se in un’altra zona, e mi sono ritrovata molto nel suo approccio.

Comunque, facendo un piccolo bilancio di questi primi mesi di riduzione dei nostri rifiuti, ecco quali sono stati i cambiamenti più semplici e che ci hanno dato maggiore soddisfazione (minimo sforzo – massimo risultato!), per la maggior parte presi dalla mitica guida in 10 passi di retezerowaste (questa, di cui ho parlato recentemente anche qui sul blog di Gaia)

  • l’uso di fazzoletti e tovaglioli in stoffa al posto di quelli usa e getta;
  • l’uso della coppetta al posto degli assorbenti usa e getta;
  • l’uso della borraccia ricaricabile al posto dell’acqua in bottiglia;
  • rifiutare le cannucce nei locali;
  • l’uso di saponi/shampoo/deodoranti solidi al posto di quelli confezionati (vale anche per Medora, che ha uno shampoo solido tutto suo su misura per cani!);
  • comprare cibo sfuso (dove possibile) e di stagione;

Nulla di eclatante insomma… azioni piccole, quotidiane. Fazzoletti ricamati, saponette alla lavanda, scambiare due chiacchiere con la signora del banco della frutta e verdura. Fare quello che ci fa stare bene. Con gentilezza verso gli altri e verso il Pianeta.

Un aspetto sul quale vorrei migliorare è quello della preparazione della schiscetta. Così ho accettato la sfida lanciata da Stella Bellomo, ovvero mangio zero waste. Se volete saperne di più, vi rimando al blog di Stella, oppure potete seguire l’hashtag su Instagram #mangiozerowaste e scoprire tantissime idee per preparare pasti colorati, sani, veloci, senza rifiuti.

Oggigiorno alimentazione e spreco sono due temi strettamente correlati, sia in termini di avanzi, sia di consumo di plastica usa e getta. ‘Mangio zero waste’ è un progetto che coinvolge oltre 18 blogger attente a entrambi questi temi e nasce per dare nuovi spunti e informazioni utili ad essere più attenti e a ridurre al minimo, se non eliminare, scarti e plastica.
Se anche voi volete partecipare e diffondere questa iniziativa, usate l’hashtag #mangiozerowaste.

Oggi su Instagram ho condiviso il mio pranzo zero waste.

Per portarmelo dietro, ho usato dei contenitori in plastica durevole che già avevo.
Ma come, parli di zero waste e usi plasticaaaa?
Già.. su questo argomento c’è ancora parecchia confusione! Zero waste non significa buttare tutto ciò che abbiamo di plastica e comprare prodotti nuovi, di altri materiali più sostenibili (es. vetro o alluminio). Questi contenitori vanno benissimo, perché non sono rotti e svolgono ancora bene la loro funzione. Quando e se si romperanno, valuterò un acquisto più sostenibile 🙂

E ora veniamo a ciò che ho messo dentro i contenitori! Si tratta di avanzi del giorno prima… ovvero:
hummus di barbabietola;
riso basmati al profumo di limone con semi di nigella tostati;
broccoli saltati con aglio orsino e pepe nero;
carote;
frutta fresca di stagione (mandarini, melograno, kiwi) e mandorle

Tutti i prodotti utilizzati sono stati acquistati al mercato, sfusi. Un pranzo colorato, preparato con amore, e senza stress.
Venite a scoprire le altre idee per un pranzo zero waste su Instagram, seguendo l’hashtag #mangiozerowaste!

* logo mangio zero waste realizzato da Cristina di The good food lab , grafiche mangio zero waste realizzate da Stella Bellomo <3