Fuori dalle finestre il cielo è nuvolo, nell’aria il profumo di una zuppa speziata di primavera, e mentre finisce di cuocere sul fuoco, io mi prendo qualche momento per scrivere qui e raccontarvi delle ultime settimane.
Intanto, visto che è la festa della mamma, vorrei fare gli auguri a tutte le mamme, a quelle che non ci sono più, a chi lo è già e a chi è in attesa di diventarlo, alle mamme biologiche e alle mamme adottive. Perché mamma lo si diventa quando metti al mondo tuo figlio, quando i tuoi occhi incrociano i suoi la prima volta che te lo mettono in braccio e riconosci il suo odore… ma lo si diventa allo stesso modo quando si attraversa il mare e continenti interi per arrivare lontano, dopo mesi e anni di attesa, da qualcuno di cui fino ad allora non conoscevi nemmeno il nome, e ti viene affidato, con gli occhi spauriti e il cuoricino in subbuglio, e che anche se è stato partorito da un’altra donna riconosci in quegli occhi e in quell’odore quelli di tuo figlio.
A proposito vorrei consigliarvi un film che ho visto da poco su Netflix. Si tratta di una commedia francese dal titolo Ha i tuoi occhi. Il doppiaggio a mio parere non è dei migliori, ahimè, ma non fatevi scoraggiare!
Si tratta di una storia semplice, piena di dolore, ma anche di meraviglia e felicità. A diventare mamma e papà di Benjamin, un pupo biondo con gli occhi azzurri, sono una coppia di genitori neri. Per loro i tratti somatici di loro figlio sono unici, ma non perché si tratta di un bimbo dal colore di pelle diverso dal loro, bensì perché ai loro occhi loro figlio è unico nello stesso modo in cui lo sarebbe per qualunque genitore. Purtroppo però, non tutti intorno a loro sembrano pensarla allo stesso modo…
Il regista riesce a raccontare in modo ironico e delicato le difficoltà di una famiglia adottiva come tante. L’amore è potente, desiderato, cercato, eppure ogni volta bisogna spiegarlo. Ma come si fa a spiegare l’amore?
“Non vedi più i lineamenti. Vedi l’amore”. Ecco spiegata in pochissime parole l’adozione.
Non vi svelo oltre di questo film, ma se avrete voglia di scrivermi le vostre impressioni ne sarei ben felice. Non nascondo che mi ha colpito profondamente, e non poteva essere altrimenti, ma di questo vi parlerò quando sarà il momento, e non vedo l’ora di poterlo fare.
Cambiando decisamente argomento, nelle ultime settimane ci sono state parecchie novità. Il nostro melo per la prima volta in tre anni ha visto i suoi fiori trasformarsi in frutti. Siamo stati a Venezia per una mini luna di miele, dove abbiamo incontrato alcune amiche di blog (ecco il video). Le giornate ora sono più calde e finalmente ho potuto abbandonare il phon (odio asciugarmi i capelli con questo arnese!), per lasciare asciugare i capelli all’aria. Ho trovato la ricetta definitiva per fare la pasta a mano, vegana e senza glutine, e mi sto cimentando in vari tipi di formati, grazie alla mitica macchinetta Imperia, appartenuta a mia nonna. Ho consegnato un progetto editoriale di cui presto vi potrò parlare, e nel frattempo ne ho iniziato uno tutto nuovo che mi sta appassionando. Soprattutto, ho cucinato molto, e spesso l’ho fatto in compagnia. Tra i vari piatti, questo che condivido oggi con voi è tra quelli che ho replicato più spesso, perché veloce da fare, ma molto goloso. Anche se si tratta di una semplice zuppa!
INGREDIENTI
(per 2 persone)
Difficoltà: facile
Tempo: 45 minuti
– 100 g di cavoletti di Bruxelles freschi (o surgelati);
– 100 g piselli freschi (o surgelati);
– 100 g di fave fresche (o surgelate);
– 100 g di riso integrale varietà Gange;
– 100 g di asparagi;
– 700 ml di acqua;
– 2 cucchiai di salsa di soia tamari;
– 1 pezzetto di radice di zenzero;
– 1 cucchiaio di paprica dolce;
– 1 cucchiaio di cannella;
– 1/2 cucchiaio di curcuma in polvere;
– 1 cucchiaio di aglio orsino essiccato;
– 1 pizzico di assafetida;
– 1 manciata di funghi porcini secchi ammollati;
– miso per condire;
– 1 foglia di alloro
In questa ricetta ho utilizzato una varietà di riso integrale molto aromatico, dal chicco fine, che cuoce in circa 30 minuti. Nulla vieta di utilizzare un’altra varietà di riso che avete in casa, ma occhio ai tempi di cottura, che ovviamente varieranno di conseguenza.
Ho utilizzato principalmente prodotti di stagione, ma nulla vieta di replicarla anche in altri momenti dell’anno, se avrete fatto delle scorte di queste verdure primaverili in freezer.
In una pentola ho messo a tostare le varie spezie per qualche istante, a fuoco medio, e aggiunto il riso. Ho mescolato bene per qualche minuto, poi sfumato con la tamari, aggiunto l’acqua, i funghi e le verdure. Ho fatto cuocere a fuoco medio per 35 minuti.
Ho spento il fuoco e lasciato intiepidire la zuppa, poi da ultimo ho aggiunto il miso per insaporire.
6 Comments
Manuela
14 Maggio 2017 at 15:39Lucy, ti consiglio anche il film (sempre francese) Famiglia all’improvviso – Istruzioni non incluse 🙂 A prestissimo!
P. S. Adoro le zuppe speziateee <3
La BalenaVolante
19 Maggio 2017 at 15:00Manuu! ma sai che sei la seconda persona che me lo consiglia? messo in wish list ;-)))
Serena di Enjoy Life
15 Maggio 2017 at 11:01Il film l’ho visto ieri sera, molto carino e a tratti emozionante! Bellissimo il cambio di atteggiamento della nonna…basta tenere in braccio un bambino e ricevere un suo sorriso per innamorarsene ed andare oltre ogni pregiudizio!!! Ti auguro con il cuore che si possa realizzare presto il tuo essere mamma <3
Un abbraccio
p.s. ma poi ci parlerai anche della ricetta per la pasta senza glutine?….mi piacerebbe provare….
La BalenaVolante
19 Maggio 2017 at 15:06Ciao Serena, assolutamente sì, la ricetta arriverà presto!
Se ti è piaciuto il genere, sempre su Netflix ce n’è un altro che ho adorato, dello stesso regista e con una parte del cast. Si intitola Benvenuto a Marly Gomont!
un bacione!
Fabio
16 Maggio 2017 at 11:47Il film in effetti sembra molto carino, mi piacerebbe vederlo!
La zuppa è deliziosa e molto primaverile.
La BalenaVolante
19 Maggio 2017 at 15:09Ciao Fabio, purtroppo ho visto che questo film non ha avuto una grande distribuzione nelle sale.. io l’ho trovato su netflix, ma cercando in rete non ho trovato molte informazioni sul film, nonostante sia uscito anche in altre lingue. E’ il secondo film (l’altro è Benvenuto a Marly Gomont, tratto da una storia vera) che vedo di questo regista e devo dire che mi piace molto lo stile. Sono film che fanno riflettere, anche se lo fanno nello stile della commedia.
A presto,
Lucy