“La felicità individuale ha il dovere di produrre delle ripercussioni collettive senza le quali la società è soltanto un sogno da predatori”
(Daniel Pennac, La Fata carabina)
Cari aficionados, che sarebbe l’entusiasmo di questi giorni senza condivisione? A questo mi ha fatto pensare la frase di Pennac, così eccomi qui a raccontarvi dei momenti magici appena trascorsi, e spero di contagiarvi un po’ con le emozioni belle che mi avete regalato!

(un grazie speciale a Elisabeth, preziosa assistente che mi ha impedito di bruciare cibo e pentole come mia consuetudine!)
In questi giorni c’è stato il mio primo laboratorio di cucina vegan! Era da tempo che avevo il desiderio di fare qualcosa del genere, solo che mille paure allagavano la mia mente e mi bloccavano anche solo all’idea di esternare questo pensiero (non sei all’altezza, ma poi dove, e chi vuoi che venga, ma.. ma.. etc etc..). Quando mi parte questa vocina interiore, oltretutto non mi sopporto. Poi però una mattina dal nulla ho fatto una specie di click, avete presente quegli attimi di illuminazione parziale? Ho sentito il coraggio di provarci, di essere più forte della mia paura e buttarmi. Da lì è stato un susseguirsi di ‘coincidenze’ fortunate, che mi hanno fatto incontrare un’associazione che voleva proprio me per proporre un mini laboratorio di cucina vegan, dedicato soprattutto ad onnivori. Veganizzare onnivori?? Non chiedevo di meglio!!!

2 pentole bruciate, piano cottura a fuoco.. tachicardia.. ok, direi che sono pronta per il mio primo laboratorio ❤️ i posti sono tutti esauriti, e io scoppio di felicità! Poi, pensavo anche che mi converrà trovare un modo per convivere con me stessa e tutta sta emotività, sennò non arrivo a Natale! #quattrocchi #cecata #vegan #benemanonbenissimo
Così eccoci al gran giorno. Nel mentre ho sperimentato ricette, bruciato 2 pentole, e il ripiano in legno della nostra cucina… ho cercato di mettere cura in ogni passaggio, di vivermela senza ansia (su questo mi sono impegnata, anche se la strada da fare è ancora lunga!). Le richieste sono state tante, non ci potevo credere, i posti sono andati presto esauriti. L’incontro è stato denso di riflessioni sul nostro modo di relazionarci al cibo, per cultura e abitudini, ma anche ricco di spunti e idee per una cucina vegetale, rispettosa dell’ambiente e amica del bilancio domestico, senza stress, ma con l’entusiasmo che accompagna le cose semplici, come la condivisione di un buon pasto intorno alla tavola. L’abbiamo fatto a cellulari spenti. Tutti presenti, in quel momento, in quel posto, per incontrarci e assaporare l’attimo.
Come dicevo, hanno partecipato soprattutto onnivori, così ci siamo scatenati a preparare alcune ricette base, come la maionese senza uova, una salsa rosa, della besciamella vegetale, che ha rivestito come una goduriosa copertina i cannelloni ripieni di ragù di lenticchie, poi ci siamo divertiti a sperimentare dei formaggi vegetali fermentati, in particolare una ricottina di mandorle aromatizzata con pepe nero e erbe aromatiche, poi dei burger di legumi e cereali e infine abbiamo annaffiato tutto con il profumo di soffici pancake alla vaniglia.. Ingredienti semplici e alla portata di una dispensa qualunque, con il desiderio che ognuno tornato a casa, nella tranquillità della propria cucina, potesse sperimentare quanto preparato insieme.

Per l’aperitivo di fine laboratorio, un piattino semplice dai colori autunnali: cous cous di riso e mais con ragù di lenticchie; zucca marinata con origano; salsa di carote speziata alla cannella e harissa; hummus con semi di sesamo nero. Tutto naturalmente vegan e senza glutine <3
Arrivata casa, con l’entusiasmo del corso ancora nel cuore, mi sono rimessa ai fornelli con una nuova energia, ed ecco cosa ne è uscito!
Un ciambellone tutt’altro che semplice, un po’ stile ammerigano, di cachi e noci, aromatizzato alla cannella, con glassa di riso guarnita con arancia e pepe nero. Un dolce per le occasioni speciali, perchè avevo voglia di festeggiare questo momento.
L’ispirazione mi è venuta grazie al mitico Bryant Terry di Afro vegan, se non lo conoscete, vi rimando a questo post <3
Nel libro c’era un ciambellone con l’impasto a base di cachi, persimmon in inglese (mi piace così tanto come suona, persimmon..).. l’ho voluto personalizzare perchè la glassa di Bryant era a base di zucchero (400 grammi), io l’ho voluto alleggerire visto che è già bello carico di suo, con una crema di riso leggera, aromatizzata all’arancia e pepe nero, per dare una nota speziata a questo ciambellone.

Questa mattina, come ogni giorno, riflettevo su una frase tratta dal libro ‘La mappa della felicità’, di Daisaku Ikeda.. Mi ha fatto pensare a quanto sia più creativo costruire la nostra felicità, piuttosto che oscurare le nostre giornate con lamentele e senso del dovere. Non sempre è facile, ma voglio farci attenzione. Questi i pensieri che mi passano per la mente, mentre preparo una super ciambella di cachi e noci aromatizzata alla cannella, da guarnire con crema di riso aromatizzata al pepe e arancia ❤️
La sua glassa, per chi volesse rimanere fedele all’originale, è a base di 400 gr di zucchero bianco, 2 cucchiai di succo d’arancia fresco, 2 cucchiai di succo di limone, 1 cucchiaino di scorza di limone bio.
Le dosi qui sotto si riferiscono a uno stampo da 26 cm.
INGREDIENTI.
200 gr farina integrale;
400 gr farina 0;200 gr olio di cocco (NB: fino ai 23°C si presenta in forma solida);
2 cucchiai di lievito vegan per dolci;
2 cucchiaini di cannella in polvere;
1 cucchiaino di sale integrale;
1/2 cucchiaino di noce moscata;
2 cucchiaini di semi di lino polverizzati;
6 cucchiai di acqua;
400 gr zucchero integrale di canna (io ho usato dulcita);
400 gr di cachi maturi;
2 cucchiaini di aceto di mele;
300 gr di noci tostate e sminuzzate;
Ho acceso il forno a 200°. Nel frattempo, in una ciotola molto capiente, ho versato le farine, il lievito, la cannella, il sale, la noce moscata e mescolato tutto bene.
Nel boccale del frullatore, ho messo i semi di lino con l’acqua e ho azionato il mixer per circa 1 minuto. Ho aggiunto poi l’olio di cocco (precedentemente messo su un calorifero qualche minuto per farlo ammorbidire), i cachi e frullato per un altro minuto. Ho aggiunto lo zucchero e l’aceto continuato a frullare.
Ho aggiunto gli ingredienti liquidi a quelli secchi, e mescolato, aggiungendo le noci fatte a pezzetti piccolini.
Ho oliato lo stampo con un po’ di olio di cocco e versato dentro l’impasto. L’ho messo in forno a 200°C per 45 minuti.
Nel frattempo ho preparato la glassa, con 2 cucchiai di farina mescolati a 250 ml di latte di riso. Ho messo sul fuoco e quando è arrivato a ebollizione ho atteso due minuti e spento. Dopo poco si è formata una cremina densa, cui ho aggiunto un mix speziato a base di scorze di arancia essiccate e pepe nero.
Ho utilizzato questa cremina per guarnire la ciambella, aggiungendo poi delle bacche di ribes.
Questo dolce ha un sapore speziato dai toni spiccatamente autunnali. Lo immagino come un dolce per le occasioni speciali, quando c’è da festeggiare o celebrare qualcosa di importante..
18 Comments
Manuela
29 Ottobre 2015 at 15:04Sono senza parole. .. questo dolce è meraviglioso, sa di buono di amore di coccole e di casa. Grazie
La BalenaVolante
31 Ottobre 2015 at 10:54Ciao Manu, proprio così.. in questo periodo dell’anno mi piace ancora di più viziarmi con bombe di cibo coccola, tanto, per la dieta ci si pensa a gennaio, no?!
Daria
29 Ottobre 2015 at 15:34Fettina? Nooo, fettona! Bellissimo e gustosissimo questo dolce… me lo segno per grandi occasioni, come dici tu!
E davvero complimenti per il corso, stupenda… io ancora tergiverso nonostante le richieste… ho la scusa dei bambini! 😉
La BalenaVolante
31 Ottobre 2015 at 10:56Avresti già un’iscritta, me!
In questi giorni non so cosa mi è preso, ma ho un’attrazione irresistibile per tutto ciò che è dolce all’ennesima potenza… mh. Forse sono semplicemente in pre mestruo…
Manuela
29 Ottobre 2015 at 17:57È stupendo…e un po’ ci porta già al clima natalizio, che spettacolo!
Domandina: l’olio di cocco è solido… ma quest’estate mi è diventato liquido… dovevo tenerlo in frigo? Posso usarlo ancora o è meglio buttarlo?
Grazie Lucy e complimenti per il ciambellone (me lo segnerà questa notte) e soprattutto per la tua ostinazione contro ogni paura, bacino
La BalenaVolante
31 Ottobre 2015 at 10:58Manu, grazie a te che sei parte integrante di questo percorso e sai che l’incoraggiamento è sempre reciproco 😉
Quest’olio è buffo, perchè in effetti basta che superi i 23°C e si scioglie! Anche a me è successo, infatti da allora lo conservo in frigo, almeno d’estate! Dico che lo puoi tranquillamente utilizzare ;-)) io me lo spalmo pure sulle mani.. burroooo gnamm..
Sissa
29 Ottobre 2015 at 18:50Bella donna che sei! …quante cose belle che ci porti, una ventnta di positività, solarità e …infornate profumate!
Sta sera lo faccio! Ah se lo faccio! Era il dolce che mi mancava e che (guardacaso) cercavo bramosamente. E’ così sai!! Dimezzerò la dose senno mi sa che così viene bello grande…
Elargiamo bellezza… c’è n’è tanto bisogno!
ti abbraccio,
Sissa tua
La BalenaVolante
31 Ottobre 2015 at 11:00Sissa.. ma grazie! Ora sono curiosa di testarlo con le tue varianti, credo sarà più leggero.. anche se questo non ci ha impedito di farlo fuori in appena 2 giorni! Facciamo concorrenza a due facoceri! Bellezza everywere..
Ti auguro buon weekend e aspetto il resoconto dei Vegan Days.. tanti cuoricini per te..
Serena di Enjoy Life
29 Ottobre 2015 at 22:34Brava Lucy che hai superato le tue paure!!! (a me capita con i saponi….)
Immagino che sarai stata fantastica!
Belle le cose che avete fatto….e poi per onnivori, che soddisfazione!!!
E che bello il piattino dell’aperitivo 🙂
Però, che bei pensieri che ti passano per la mente mentre cucini ciambelle 😀
Un abbraccio e ancora complimenti per i tuoi recenti successi!
Serena
La BalenaVolante
31 Ottobre 2015 at 11:03Grazie Serena, pensa che quel piattino è stato oggetto di talmente tante elucubrazioni.. ahahha.. poi ho voluto optare per la semplicità, che è il messaggio a cui tengo di più, quando cerco di spiegare questa scelta. Non a caso nel corso non ho parlato di tofu, seitan, tempeh, mopur.. credo che troppo spesso questi alimenti contribuiscano a dare l’idea del vegano che mangia solo cose dai nomi strani, costose e introvabili.. che poi è quello che pensavo anche io!
Grazie di cuore per il tuo sostegno sempre, ho il desiderio di incontrarti di persona lo sai.. ce la faremo!!
letissia
29 Ottobre 2015 at 23:30Bellissimo il tuo dolce, è stato amore a prima vista su instagram! 🙂
Proficui quei momenti di illuminazione parziale! ;)… Complimenti per questa nuova avventura, sei stata bravissima!
Un abbraccio.
La BalenaVolante
31 Ottobre 2015 at 11:07Grazie Leti, sì, mi sono resa conto che bisogna anche essere disposti ad accoglierli.. troppe volte ho sentito quel ‘campanellino’ e me lo sono lasciata sfuggire, perchè comunque la paura era più forte, o forse la pigrizia del non volersi mettere in gioco, per timore di ciò che non conoscevo.. la paura fa soffrire, eppure ci tiene legati a qualcosa che già conosciamo.. per quanto possa non piacerci, almeno è rassicurante, rispetto all’ignoto.. Quest’anno ho deciso però di dare una svolta, e sto cercando di fare del mio meglio per cogliere questi attimi, e condividerli, così spero di incoraggiare anche altri come me a fare altrettanto <3 un bacione!
Londarmonica
30 Ottobre 2015 at 0:38E brava la mia balenottera… Hai fatto bene a lanciarti e poi l’entusiasmo contagia.
Comunque per me vanno bene due fette, grazie
La BalenaVolante
31 Ottobre 2015 at 11:08C’è giusto una tazzona di tisana fumante che ti aspetta!! Monica vieni a farti un giro dajeeeee <3 <3
M.
30 Ottobre 2015 at 15:26Che meraviglia di dolce! E che meraviglia di foto! 🙂
La BalenaVolante
31 Ottobre 2015 at 11:04Grazie Monica, non sai quanto mi fa piacere questo complimento… perchè a volte mi pesa farle con il cellulare.. da tanto desidero una macchina fotografica, ma non riesco mai a mettere da parte abbastanza per potermela permettere!
Shej
2 Dicembre 2017 at 23:29L’ho preparato proprio oggi! È una bomba di bontà! (ma anche di calorie, ahimè!)
Io ho usato la metà dello zucchero, ma la dolcezza non ne ha assolutamente risentito, almeno a parere mio e degli ospiti. Visto che l’olio di cocco è carissimo (9,90€ 400 gr), sarebbe possibile usare l’olio di mais? O cambierebbe la consistenza? Grazie 🙂
La BalenaVolante
3 Dicembre 2017 at 18:51Ciao! Adoro quella ciambella e tutte le ricette di quel libro! Sinceramente non ho mai provato con un altro olio, ma credo che un olio equivalga l’atro, a patto di usare un olio adatto alla cottura in forno. Quindi opterei per un olio delicato, tipo di semi di girasole bio.
Quello che caratterizzava la ricetta è il sapore dell’olio di cocco… ma credo verrà buonissima anche senza.
Fammi sapere se provi!
A presto,
Lucy