“La felicità individuale ha il dovere di produrre delle ripercussioni collettive senza le quali la società è soltanto un sogno da predatori”
(Daniel Pennac, La Fata carabina)
Cari aficionados, che sarebbe l’entusiasmo di questi giorni senza condivisione? A questo mi ha fatto pensare la frase di Pennac, così eccomi qui a raccontarvi dei momenti magici appena trascorsi, e spero di contagiarvi un po’ con le emozioni belle che mi avete regalato!
In questi giorni c’è stato il mio primo laboratorio di cucina vegan! Era da tempo che avevo il desiderio di fare qualcosa del genere, solo che mille paure allagavano la mia mente e mi bloccavano anche solo all’idea di esternare questo pensiero (non sei all’altezza, ma poi dove, e chi vuoi che venga, ma.. ma.. etc etc..). Quando mi parte questa vocina interiore, oltretutto non mi sopporto. Poi però una mattina dal nulla ho fatto una specie di click, avete presente quegli attimi di illuminazione parziale? Ho sentito il coraggio di provarci, di essere più forte della mia paura e buttarmi. Da lì è stato un susseguirsi di ‘coincidenze’ fortunate, che mi hanno fatto incontrare un’associazione che voleva proprio me per proporre un mini laboratorio di cucina vegan, dedicato soprattutto ad onnivori. Veganizzare onnivori?? Non chiedevo di meglio!!!
Così eccoci al gran giorno. Nel mentre ho sperimentato ricette, bruciato 2 pentole, e il ripiano in legno della nostra cucina… ho cercato di mettere cura in ogni passaggio, di vivermela senza ansia (su questo mi sono impegnata, anche se la strada da fare è ancora lunga!). Le richieste sono state tante, non ci potevo credere, i posti sono andati presto esauriti. L’incontro è stato denso di riflessioni sul nostro modo di relazionarci al cibo, per cultura e abitudini, ma anche ricco di spunti e idee per una cucina vegetale, rispettosa dell’ambiente e amica del bilancio domestico, senza stress, ma con l’entusiasmo che accompagna le cose semplici, come la condivisione di un buon pasto intorno alla tavola. L’abbiamo fatto a cellulari spenti. Tutti presenti, in quel momento, in quel posto, per incontrarci e assaporare l’attimo.
Come dicevo, hanno partecipato soprattutto onnivori, così ci siamo scatenati a preparare alcune ricette base, come la maionese senza uova, una salsa rosa, della besciamella vegetale, che ha rivestito come una goduriosa copertina i cannelloni ripieni di ragù di lenticchie, poi ci siamo divertiti a sperimentare dei formaggi vegetali fermentati, in particolare una ricottina di mandorle aromatizzata con pepe nero e erbe aromatiche, poi dei burger di legumi e cereali e infine abbiamo annaffiato tutto con il profumo di soffici pancake alla vaniglia.. Ingredienti semplici e alla portata di una dispensa qualunque, con il desiderio che ognuno tornato a casa, nella tranquillità della propria cucina, potesse sperimentare quanto preparato insieme.
Arrivata casa, con l’entusiasmo del corso ancora nel cuore, mi sono rimessa ai fornelli con una nuova energia, ed ecco cosa ne è uscito!
Un ciambellone tutt’altro che semplice, un po’ stile ammerigano, di cachi e noci, aromatizzato alla cannella, con glassa di riso guarnita con arancia e pepe nero. Un dolce per le occasioni speciali, perchè avevo voglia di festeggiare questo momento.
L’ispirazione mi è venuta grazie al mitico Bryant Terry di Afro vegan, se non lo conoscete, vi rimando a questo post <3
Nel libro c’era un ciambellone con l’impasto a base di cachi, persimmon in inglese (mi piace così tanto come suona, persimmon..).. l’ho voluto personalizzare perchè la glassa di Bryant era a base di zucchero (400 grammi), io l’ho voluto alleggerire visto che è già bello carico di suo, con una crema di riso leggera, aromatizzata all’arancia e pepe nero, per dare una nota speziata a questo ciambellone.
La sua glassa, per chi volesse rimanere fedele all’originale, è a base di 400 gr di zucchero bianco, 2 cucchiai di succo d’arancia fresco, 2 cucchiai di succo di limone, 1 cucchiaino di scorza di limone bio.
Le dosi qui sotto si riferiscono a uno stampo da 26 cm.
INGREDIENTI.
200 gr farina integrale;
400 gr farina 0;200 gr olio di cocco (NB: fino ai 23°C si presenta in forma solida);
2 cucchiai di lievito vegan per dolci;
2 cucchiaini di cannella in polvere;
1 cucchiaino di sale integrale;
1/2 cucchiaino di noce moscata;
2 cucchiaini di semi di lino polverizzati;
6 cucchiai di acqua;
400 gr zucchero integrale di canna (io ho usato dulcita);
400 gr di cachi maturi;
2 cucchiaini di aceto di mele;
300 gr di noci tostate e sminuzzate;
Ho acceso il forno a 200°. Nel frattempo, in una ciotola molto capiente, ho versato le farine, il lievito, la cannella, il sale, la noce moscata e mescolato tutto bene.
Nel boccale del frullatore, ho messo i semi di lino con l’acqua e ho azionato il mixer per circa 1 minuto. Ho aggiunto poi l’olio di cocco (precedentemente messo su un calorifero qualche minuto per farlo ammorbidire), i cachi e frullato per un altro minuto. Ho aggiunto lo zucchero e l’aceto continuato a frullare.
Ho aggiunto gli ingredienti liquidi a quelli secchi, e mescolato, aggiungendo le noci fatte a pezzetti piccolini.
Ho oliato lo stampo con un po’ di olio di cocco e versato dentro l’impasto. L’ho messo in forno a 200°C per 45 minuti.
Nel frattempo ho preparato la glassa, con 2 cucchiai di farina mescolati a 250 ml di latte di riso. Ho messo sul fuoco e quando è arrivato a ebollizione ho atteso due minuti e spento. Dopo poco si è formata una cremina densa, cui ho aggiunto un mix speziato a base di scorze di arancia essiccate e pepe nero.
Ho utilizzato questa cremina per guarnire la ciambella, aggiungendo poi delle bacche di ribes.
Questo dolce ha un sapore speziato dai toni spiccatamente autunnali. Lo immagino come un dolce per le occasioni speciali, quando c’è da festeggiare o celebrare qualcosa di importante..