Cari aficionados, continuiamo il nostro giro a New York, dopo i colori di Central Park, oggi vi porto a China Town. Siete pronti?
Se pensate che Times Square sia la parte più caotica della città, vi ricrederete appena metterete piede in questo quartiere!
Animato da una quantità inimmaginabile di gente che cammina, va in bici, trasporta pacchi, carrelli, tutto a gran velocità, mi ha subito rimandato alla mente quei documentari sui formicai, o qualcosa del genere!!! Inserirsi in questa corrente di traffico può sembrare tutt’altro che semplice, ma una volta preso il ritmo è come salire su una giostra colorata. Bancarelle ricolme di frutta e verdura esotiche, radici bitorzolute dalle forme mai viste, bacche, barattoloni contenenti chissà che (perchè ogni scritta è rigorosamente in cinese), templi buddisti, lanterne, ristoranti… è come se lo spirito dell’intera Cina si fosse condensato qui, in questo piccolo quartiere che ospita oltre 200.000 abitanti.
Tra i tanti posticini dove mangiare, ce n’è uno che ha catturato la nostra attenzione. Si chiama Budda Bodai, ed è interamente vegan. Non fatevi ingannare quindi dal ‘pollo’, ‘anatra’ e ‘maiale’ del menù… perchè si tratta di ‘finto pollo’, ‘finto maiale’ e così via. La specialità della casa per esempio, sono i ‘gamberetti’ (vegani, ovvio) fritti in salsa rosa.
Le porzioni qui, come altrove, sono giganti. Io sono una mangiona eppure ho faticato a finire la mia porzione di ottimo ‘pollo’ in salsa di pepe nero su letto di spinaci. Al prezzo del pasto occorre aggiungere il 20% di mancia, ma devo dire che un piatto è sufficiente a saziare a volontà, per esempio nel mio caso ho speso sui 20 dollari compresa una birra e riso di accompagnamento (che mi ha aiutato a spegnere l’incendio della salsa al pepe nero).

A Chinatown c’è anche un ristorantino cinese interamente vegano. Si chiama Buddha Bodai e ha un menù da capogiro! Io ho provato il ‘pollo’ in salsa di pepe nero con spinacini al sesamo e già solo questo piatto era per due persone: le porzioni qui sono sempre magnum! Meglio per me, che ho un appetito sempre abbondante! La specialità della casa però sono i ‘gamberetti’ fritti in salsa rosa. ❤️❤️

‘pollo’ in salsa di pepe nero su letto di spinacini freschi saltati

Sempre a China Town si trova un altro ristorantino vegan friendly, ‘Hose of vegetarian’, al 68 di Mott Street
Il quartiere di Chinatown è attaccato a quello altrettanto famoso di Little Italy, mentre a pochi passi si aprono le viuzze chic di Nolita, abbreviazione di “Nord di Little Italy”, un tempo considerata parte di Little Italy. Oggi il quartiere è popolare tra i giovani modaioli che entrano ed escono dalle eleganti boutique e caffè allineati lungo Mulberry, Mott ed Elizabeth Street.

Evviva la stupidera
A poche fermate di metro da Chinatown si trova una delle zone che mi è piaciuta di più in assoluto, quella tranquilla e rilassata di Whashington Square, una piazza alberata piena di simpatici scoiattoli alle prese con dissotterramento e trasporto forsennato di ghiande.
Lì vi segnalo una fantastica libreria, Strand, dove c’è un reparto vegan da cardiopalma, e dove si trova una quantità di libri scontatissimi, anche nuovi! Capite perchè non potevo uscire a mani vuote…

Oggi ho trascorso diverse (!!!) ore da Strandbooks, un’istituzione da 50 anni qui a New York: tre piani di libreria, oltre 2 milioni di libri, inclusi tantissimi usati tra uno scaffale e l’altro ho incontrato lei, una tenera balenina ! Avrei portato a casa il mondo, alla fine ho acquistato un fantastico libro sulla cucina vegan introvabile in Italia, e uno sulla kombucha: vi parlerò presto di entrambi sul blog!
Da #bookstrand i libri rispetto alle altre librerie sono sempre scontati, quindi sono riuscita a risparmiare parecchio! insomma, se non si fosse capito, stra consiglio una puntatina qui se passate da New York, amate i libri e avete un budget contenuto 😉
Se lo shopping forsennato vi ha messo una certa fame, appena attraversata la strada potete rifocillarvi con un burgerone gigante da Hummus & Pita, un fast food che ha diverse opzioni vegan, come avocado toast, hummus, panozzi e insalatone. Sotto vi metto un menù, per avere un’idea dei prezzi 😉
Per il caffè (uno buono) e un dolcetto vegan, a pochi passi da lì, all’incrocio tra la 12 th Street e University Pl, si trova un posticino molto accogliente, News Bar Caffè, in stile anni ’50, dove trascorrere una pausa relax incrementando le calorie giornaliere in santa pace. In questo locale è possibile anche ordinare ottimi sandwich vegani a base di avocado, germogli di alfa alfa, cetriolo, pomodoro conditi con una speciale vinagrette, a 8,50 cad. (per farvi un’idea immaginate un sandwich de noialtri e aggiungete il doppio degli strati).
Proseguendo poco più a nord, verso Union Square, si trova un altro posto fantastico dove mangiare con poco, ovvero Garden of eden. Si tratta di un supermercatino bio tutto in legno con ceste di vimini appese alle travi del soffitto, zona buffet con ampia scelta vegan e molti piatti pronti vegetali. Questo posto dà la possibilità di consumare il pasto seduti su degli sgabelloni con vista sulla strada.
Un assaggio?
L’idea di Garden of Eden è molto simile a quella del vicino Whole food market, di cui se ne trovano diversi a New York, ovvero riempire il lunch box e pesarlo alla cassa, per circa 9 dollari al chilo.
Ecco alcuni mappazzoni che mi sono fatta da Whole food… la scelta è così ampia che è facile farsi prendere la mano!!! Qui per esempio ho riempito una vaschetta con TUTTO: tofu brasato, burger vegan di lenticchie al curry, insalata di edamame, patate dolci arrostite, spinacini saltati, insalata di alghe, funghi portobello alla griglia, quantità industriali di hummus.
Uh, segnalo anche un ottimo sushi vegan e dolci vegan non esattamente sani, ma buonissimi.

Porzioncina di torta vegan al triplo cioccolato fondente, farcita con ripieno di crema al cioccolato, gocce di cioccolato, ricoperta di glassa, dal peso specifico del marmo…
Dopo questa carrellata di cibarie, spero il giro newyorkese vi sia piaciuto e vi saluto per ora, con l’augurio di passare delle buone feste <3
Come le trascorrerete? Noi staremo a goderci la tana insieme ai nostri pelosetti :-)))

Qualcuno qui russa #pennica #postumidapranzo
un bacione <3
13 Comments
Mari
29 Dicembre 2015 at 15:44A parte il fatto che è da una vita che vorrei andare a N.Y. e non riesco mai ad organizzare niente (ma non dispero…non si sa mai), a parte il fatto che mi ha messo una fame a vedere tutto quella carrellata di piatti e pranzetti succulenti e goduriosi, a parte il fatto che WOW!! quanti libri interessanti di cucina!!!…della serie svuotiamo la valigia e riempiamola di libri!!! a parte tutto questo… quello che mi ha stupito nel tuo bel reportage è la confezione di ciglia finte!!!! 😀 trooppo forti!! 😀 hi,hi!!!
Buon FINE d’ANNO!! per il prossimo…ci risentiamo! 😉
La BalenaVolante
30 Dicembre 2015 at 19:04Ebbene sì, ho una passione sfrenata per le ciglia finte! Negli USA costano pochissimo e le vendono ovunque, persino nei supermarket, in effetti le indossano quasi tutte a New York, anche le tipe più insospettabili 😉
Anna&Ipa&Silo
30 Dicembre 2015 at 7:23Che meraviglia! Grazie del reportage, hai fatto viaggiare un po’ anche noi! Ora aspetto con ansia le recensioni <3 Un abbraccio da tutti noi!
La BalenaVolante
30 Dicembre 2015 at 19:18Anna, grazie <3 un super abbraccio a tutti, in particolare al topus, Silo! Non ho mai avuto la varicella, deve essere così noiosa!!! Gli mando pensieri belli, per la sua pronta guarigione <3
letissia
30 Dicembre 2015 at 10:44Un tuffo meraviglioso in una città che ho amato subito! Grazie, cara, sei bellissima!
Auguri e baci.
La BalenaVolante
30 Dicembre 2015 at 19:05Ma grazieee! In quella foto indosso le cigliozza finte prese a New York, fanno due occhioni gigagalattici!!!!!!!!
Daria
30 Dicembre 2015 at 14:42Oh, finalmente riesco a passare a leggere con calma… bellissimoil tuo resoconto, da farne tesoro! E poi mi hai fatto tornare fame! 😉
La BalenaVolante
3 Gennaio 2016 at 15:37Pensa che io stavo male a pubblicare queste foto di cibo… in questi giorni di mangiate con i parenti ho decisamente esagerato!!!!!!!!
Serena di Enjoy Life
1 Gennaio 2016 at 22:19Wow, ma che bella carrellata di localini niente male!!!!
Ti dirò…..New York non è una delle mie mete più desiderate, ma dovessi andarci seguirei di certo i tuoi consigli…
Da Whole Food Market ci ho mangiato anch’io qualche volta, a Londra (anche lì ce ne sono alcuni)e ho fatto anche io come te tutte le volte……vaschetta strapiena con dentro proprio TUTTO! 😀
Bella la foto con la tua versione “alata” 😀
Un bacio
p.s. il “rosso” dell’ultima foto è davvero simile al mio Pedro….i gatti rossi sono davvero “er mejo”…..come direbbe Romeo degli Aristogatti 🙂
La BalenaVolante
3 Gennaio 2016 at 15:40Mi hai dato una dritta che non sapevo, Whole food a Londra!!! Ottimo, così so dove andare la prossima volta che ci torno <3
La mostriciattolina in foto è una femmina, si chiama Furby, ed è una gattina davvero speciale! E' affetta da nanismo, infatti è tutta piccina.. ora non sta molto bene di salute e così abbiamo annullato ogni impegno per trascorrere queste vacanze con lei :)))
un bacione Sere!!
cristina
2 Gennaio 2016 at 19:08Finalmente riesco a recuperare un po’ di letture in santa pace! Caspita che ricchezza di locali veg!!!! Non come in Italia che ancora ti fanno sentire una specie di extraterrestre! E che quando sanno che sei vegano ti scrutano e ti fanno delle domande demenziali!
Bel viaggetto! Sospiro!
Un abbraccio e un buon 2016!
Manuela
7 Gennaio 2016 at 19:51Ciao Lucy <3 Ho letto la prima parte prima di Natale, la seconda solo ora…che viaggio meraviglioso, deve essere stato davvero esaltante! Vi sarete sentite come all'interno di un film ammerigano (come dici tu) 😀 Comunque pessima idea leggere il post a quest'ora: ora ho troppa fame 😛 Non vedo l'ora di sentirti raccontare dal vivo qualche episodio del viaggio!
Un bacio, buona serata
P.S. Ma il "finto pollo" era seitan?
La BalenaVolante
8 Gennaio 2016 at 18:19Ma infatti… Manu quando ci vediamo???
Magari la prossima occasione sarà un cocnerto di Dente :))))
Il ‘finto’ pollo secondo me era muscolo di grano… e poi so per certo però che la salsa al pepe era un attentato!